Ingiustizia a Perugia
Dr. Mark Waterbury
un dettagliato sito web sull'ingiusta condanna di Amanda Knox e Raffaele Sollecito
Mark C. Waterbury è l’autore degli articoli di questo sito, che si occupano degli aspetti tecnologici del processo contro Amanda Knox e Raffaele Sollecito a Perugia.

Specializzato in scienza dei materiali, laureato in chimica e con più di 20 anni di esperienza, ha lavorato come ricercatore per la U.S. Air Force e come ingegnere e responsabile tecnologico per importanti aziende. Ha messo a punto varie tecniche di misurazione scientifica con revisione paritaria, ha registrato diversi brevetti e si è cimentato per anni su argomenti quali contaminazione e dati al limite del rilevamento.  Ha lavorato per la NASA, il MIT e vari laboratori a livello nazionale su tutta una serie di progetti e ha curato revisioni tecnologiche per alcune delle aziende più importanti del mondo, prendendo in esame le opinioni di scienziati e ingegneri per separare il grano dal loglio.
Caccia alle streghe a Perugia

In epoca medievale, in Europa, furono processate per stregoneria circa centomila persone, di cui tre quarti donne. Con imputazioni basate sovente sulle accuse di individui già sospettati, molte di esse furono condannate e arse vive, impiccate o strangolate. Fortunatamente, quell’epoca buia è finita e certe persecuzioni infondate, perverse e disumane non si verificano più. Generalmente parlando.

Un’eccezione degna di nota è alle battute finali a Perugia, dove Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono sotto processo per un omicidio del quale sono chiaramente innocenti. Come nel caso delle prove assurde utilizzate per condannare le streghe, l’accusa si fonda su una serie di deliberate deformazioni, mezze verità e assolute menzogne. Ho preso in esame queste prove in alcuni articoli precedenti. Occupiamoci ora di un esempio di  giustizia da caccia alle streghe, ciò che sta avvenendo a Perugia. 

Le cacce alle streghe medievali non furono un avvenimento casuale. Erano il frutto di un’atmosfera carica di superstizione e paura. Dopo un inizio esitante, subirono un incremento a seguito della pubblicazione del “Malleus Maleficarum” (Il martello delle streghe), uno dei primi libri stampati. "Tutta la malvagità," dice il libro, "è ben poco di fronte alla malvagità di una donna….Le donne sono per natura strumenti di Satana.” Nel libro si espone anche la credenza secondo cui le donne sarebbero detentrici di poteri atti a controllare e costringere gli uomini. Forse questa osservazione misogina è stata l’ispirazione per Giuliano Mignini e per la sua ossessione per Amanda, e per le accuse secondo cui la ragazza eseguiva un “rituale satanico a sfondo sessuale”, visto che non sono mai state portate prove al riguardo.

Come l’abbigliamento estroso e l’aria superba del pubblico ministero, questo manuale d’istruzioni per atrocità conferiva una manto di autorità, un’aria ufficiale, che aveva un peso enorme nei piccoli villaggi e nelle aree arretrate dove si svolgeva con maggior fervore la caccia alle streghe. Aree arretrate non molto diverse dalla città di Perugia, giacché Perugia, si sa, non è Roma.

La Wikipedia definisce i processi per stregoneria “un’acuta parabola sui pericoli dell’estremismo religioso, delle false accuse, degli errori procedurali e dell’intrusione del governo nelle libertà individuali.” Tutto ciò sembrerà familiare a chi ha seguito questo caso.
“Prove che sarebbero state escluse dai tribunali moderni (dicerie, chiacchiere, racconti, dichiarazioni non supportate, ipotesi) sono state generalmente ammesse.” Ancora una volta déjà vu.

Neanche questo processo è stato un evento casuale. È la diretta conseguenza di una grave e continua aberrazione nel sistema legale di Perugia. E un’aberrazione condotta da un pubblico ministero a ruota libera che è a sua volta sotto accusa per avere ostacolato l'amministrazione della giustizia e avere effettuato registrazioni illegali nel caso del mostro di Firenze, un altro celebre caso del passato che, guarda caso, aveva riguardato culti satanici.

Mettete altro peso
Il miglior punto di partenza per tentare di comprendere il sistema di caccia alle streghe della giustizia è il caso di Giles Corey, un facoltoso agricoltore e membro della chiesa a Salem, nel Massachusetts, alla fine del 1600. Una donna aveva accusato Giles di averle chiesto di scrivere nel libro del diavolo. La stessa donna aveva anche sostenuto che uno spirito le aveva detto che Giles era un assassino. Giles venne quindi arrestato insieme a tre donne, una delle quali, terrorizzata, nel tentativo di compiacere il pubblico ministero, dichiarò che Giles era uno stregone.

Come per Amanda, non c’era nessuna prova a sostegno di questa accusa. E come avrebbe potuto esserci? Niente di tutto ciò era vero. In un certo senso, la colpa di Giles venne stabilita “psicologicamente”, proprio come la colpa di Amanda è stata stabilita dall’investigatore capo Giobbi, anche se ancora quell’avverbio altisonante non era stato inventato.

Giles rifiutò di dichiararsi colpevole o innocente. Se lo avesse fatto sarebbe certamente stato condannato, i suoi beni confiscati e la sua famiglia avrebbe perso tutto. Il tribunale allora lo sottopose a un supplizio in cui veniva lentamente schiacciato sotto il peso di macigni e continuò a chiedergli altre tre volte se fosse disposto a dichiararsi colpevole o innocente. E ogni volta Giles rispondeva: “Mettete altro peso". Ci vollero due giorni di torture per ucciderlo e la giustizia del processo per stregoneria fu servita.

Mi permetto di dubitare molto di tutto quanto
I beni della famiglia di Amanda sono già stati dissipati dal processo della giustizia. Tuttavia, a 20 anni, Amanda non ha mostrato la determinazione di Giles Corey quando i suoi inquisitori le hanno fatto pressione affinché immaginasse cosa potesse essere successo durante l’omicidio, insistendo che la ragazza sapeva ma stava mentendo. Dopo giorni di interrogatori, nel cuore della notte, in una lingua che mal conosceva e senza un avvocato, Amanda ha abboccato all’esca e, come le veniva suggerito, ha immaginato Patrick Lumumba che commetteva il delitto. Appena possibile ha redatto una dichiarazione scritta in cui sosteneva che sembrava tutto un sogno e che non era certa di saper distinguere ciò che era vero da ciò che aveva immaginato. Ciononostante, i cacciatori di streghe hanno tradotto tutto ciò in un’accusa, di una strega verso un’altra, e si sono precipitati a catturare Patrick, ancora una volta ignorando la totale assenza di prove.

L’accusa non ha retto e ben presto è stato dimostrato che Patrick non c’entrava nulla, ma i cacciatori di streghe non avevano finito con Amanda. Hanno fatto avere il suo diario alla stampa, in violazione della legislazione italiana, e hanno rigirato la questione a loro piacimento. Ecco il passaggio originale in cui Amanda parla di Raffaele e del suo coltello da cucina.

“Io e Raffaele abbiamo usato questo coltello per cucinare ed è impossibile che il DNA di Meredith sia sul coltello perché lei non è mai stata a casa di Raffaele prima. Quindi a meno che Raffaele non abbia deciso di alzarsi dopo che mi ero addormentata, abbia preso questo coltello, sia andato a casa mia, lo abbia usato per uccidere Meredith, sia tornato a casa, lo abbia lavato dal sangue, ci abbia messo sopra le mie impronte digitali, lo abbia riposto e poi si sia rimesso a dormire nel letto con me e abbia quindi finto in maniera perfetta nei due giorni successivi, come dire, mi permetto di dubitare molto di tutto quanto.


Scansione dell’estratto del diario di Amanda.

Si osservi che Amanda ha scritto: “... è impossibile che il DNA di Meredith sia sul coltello perché lei non è mai stata a casa di Raffaele.” Soffermatevi un attimo su questa frase. Amanda ha pensato soltanto al DNA lasciato da Meredith dopo avere visitato la casa, non dopo essere stata uccisa. Questa possibilità non le è nemmeno venuta in mente. È un errore naturale, umano? Oppure è indice della sua innocenza?

Qui sotto invece è riportata la traduzione in inglese della traduzione in italiano (appena letta) dello stesso estratto del diario, apparsa nella maggior parte della stampa italiana e britannica. Osservate che il significato, l’esatto contrario del significato di Amanda, viene notevolmente ampliato per adattarsi così assai meglio alle esigenze della caccia alle streghe.

“Quella sera ho fumato molta marijuana e mi sono addormentata a casa del mio ragazzo. Non mi ricordo niente. Però è possibile che Raffaele sia andato a casa di Meredith, l’abbia violentata e poi l’abbia uccisa. E che quando è tornato a casa, mentre dormivo, abbia messo le mie impronte sul coltello. Ma non capisco perché Raffaele avrebbe potuto farlo.”

Così i cacciatori di streghe hanno potuto disporre di un’altra falsa accusa su cui mettersi al lavoro. Hanno utilizzato questa traduzione massacrata per sostenere che Amanda aveva accusato Raffaele, anche se era l’esatto opposto di quello che aveva scritto. E hanno diffuso la cosa ai quattro venti con l’aiuto della stampa compiacente, credulona e scandalistica.

Con il sangue di Meredith
Questi erano solo gli aperitivi prima del piatto forte delle false accuse che sta per essere servito. Ma prima, parliamo ancora un po’ delle prove. In uno dei precedenti articoli abbiamo analizzato l’importanza dei test di controllo nel metodo scientifico. Uno dei migliori controlli viene definito “standard interno” ed è un controllo creato esattamente nella stessa apparecchiatura, o nello stesso ambiente, e che consente di confrontare ciò di cui si sta dubitando con qualcos'altro che è già stato lì, e ha fatto una cosa analoga. Rispetto a questo omicidio, abbiamo un eccellente standard interno per stabilire se Amanda e Raffaele sono coinvolti nel delitto. Il sue nome è Rudy Guede.

Se confrontiamo le prove lasciate da Rudy con quelle lasciate, o meglio non lasciate, da Amanda e Raffaele, notiamo una differenza netta. Ciò è dovuto al fatto che Rudy ha commesso l'omicidio, mentre Amanda e Raffaele no.

“Per quanto si possa tentare di ripulire una scena del crimine, qualcosa viene sempre tralasciato... è quasi impossibile rimuovere qualsiasi tipo di azione violenta senza lasciare indietro qualcosa.”

Per propria ammissione, Rudy era presente quando Meredith è morta. Ha dichiarato che l’ha lasciata a dissanguarsi fino a quando è morta, quindi si è lavato e ha lavato le scarpe per togliere le tracce di sangue, è andato a ballare in una discoteca del luogo e ha abbandonato il paese come avrebbe fatto qualsiasi persona distrutta dal dolore. Se osserviamo le prove che ha lasciato, e le confrontiamo con l’assenza di tracce di Amanda e Raffaele, notiamo che le prove sostengono fortemente l'innocenza dei due e la colpevolezza di Rudy.

Rudy ha lasciato il suo DNA dentro Meredith, su Meredith e intorno a Meredith. Non si sta parlando di tracce in picogrammi che sarebbero potute provenire da ovunque ma di prove consistenti, riproducibili e inattaccabili.

Rudy ha lasciato le sue feci sul water.

Rudy si è procurato un taglio sulla mano destra durante la lotta.

Rudy ha lasciato impronte di piedi, con il sangue di Meredith, nella camera da letto, nel bagno e nel corridoio.

Rudy ha lasciato impronte di mani, con il sangue di Meredith, sulle pareti e su una federa di cuscino.

Rudy ha lasciato il proprio DNA, e il sangue di Meredith, sul portafoglio della ragazza mentre ci frugava dentro.

Invece, non c’è DNA di Amanda nella stanza di Meredith, malgrado la ragazza americana vivesse nello stesso appartamento. In quella stanza non c’erano impronte di piedi, di mani o altre tracce di Amanda. Non aveva ferite addosso e non ha lasciato alcun segno su Meredith. Benché sia stato asserito che le impronte dei suoi piedi sono state rilevate nel corridoio con il luminol, non possono essere attribuite a lei ma potrebbero essere state lasciate da una qualsiasi delle ragazze che abitavano in quella casa, e potrebbero essere state lasciate in qualsiasi momento. Inoltre, non evidenziano alcuna traccia di sangue.
Amanda Knox non ha lasciato alcuna traccia della sua presenza sulla scena del crimine semplicemente perché non c’è stata. 

Analogamente, nella stanza non c’era il DNA di Raffaele. Non c’erano impronte di piedi, di mani o altre tracce e il ragazzo non aveva ferite. Nessuna. Naturalmente l’accusa ha tentato di asserire che ce ne fossero. Hanno voluto forzare una corrispondenza tra il suo piede e la sua scarpa e le impronte lasciate chiaramente da Rudy. Hanno fatto saltar fuori il fermaglio del reggiseno 47 giorni dopo che il resto dei dati forensi era già stato raccolto, dopo che era stato spostato a calci per tutto il pavimento, sepolto sotto un tappeto e gravemente contaminato. Quindi hanno dichiarato che il fermaglio, e solo quello (e NON il reggiseno da cui era stato reciso) recavano il DNA di Raffaele. Ma se si omette questo unico elemento di prova grossolanamente contaminato e molto probabilmente fabbricato, non vi è alcuna traccia di Raffaele sulla scena del crimine.

Inoltre, Amanda e Raffaele non hanno abbandonato l’Italia, anche se alcuni dei parenti della ragazza l’hanno implorata di farlo. Non hanno nemmeno richiesto l’assistenza di avvocati, anche se avrebbero dovuto farlo. Pensavano che l’innocenza li avrebbe protetti. Ma l’innocenza, nei processi per stregoneria, è soltanto una seccatura.

Ho promesso di presentare un’altra falsa accusa, e non ho dimenticato la promessa fatta. Ci verrà servita da quello specchio di virtù che risponde al nome di Rudy Guede. I suoi avvocati hanno notificato che avrebbe testimoniato contro Amanda durante l’appello. Sarebbe una dichiarazione risibile se non fosse per il vorace appetito del pubblico ministero per qualsiasi menzogna, deformazione e falsa prova atta a condannare Amanda per un reato che non ha commesso. Quindi fate attenzione, e leggete la stampa scandalistica, perché alla fine le presenteranno come la verità. E verità da parte di chi ha raccontato menzogne dopo menzogne, dopo avere commesso un omicidio orribile e insensato.

La caccia alle streghe di Perugia
C’è speranza che emerga un verdetto giusto per Amanda? Questo non è un vero processo per stregoneria e i giudici togati e i sei giudici popolari non sono degli stolti. Hanno concesso a Mignini quasi tutto quello che ha chiesto, ma ciò non significa che credano alle sue favole. Mignini ha avuto ampia possibilità di stabilire la colpa, ma è stato in grado di produrre soltanto prove contaminate, estrose storie di tossicodipendenti e fughe di dati e insinuazioni non supportate dai fatti.

Molti pensano che ci sarà una sentenza di colpevolezza per evitare la cosiddetta brutta figura, perché in precedenza i giudici hanno emesso alcuni giudizi che fanno pensare che ritengano che Amanda e Raffaele siano colpevoli. Ma non tutti i giudizi sono andati in quella direzione. Quando il pubblico ministero ha convocato Kokomani a testimoniare che ad Amanda mancavano dei denti, uno di questi giudici ha semplicemente chiesto ad Amanda di sorridere e tutti hanno visto che non le mancavano denti. 

C’è ancora tempo perché la caccia alle streghe di Perugia produca un verdetto giusto.

I giudici possono dimostrare il coraggio di fare ciò che è giusto, non ciò che è più facile.

Possono fare ciò che è equo, non ciò che eviterebbe loro una magra figura.

Possono provare che gli scettici hanno torto e mostrare che comprendono e onorano la giustizia. 

Possono assolvere Amanda Knox e Raffaele Sollecito per un delitto che non hanno commesso.

Mark C. Waterbury, Ph.D.
“Nel corso della mia lunga carriera non mi sono mai imbattuto in una metodologia così profondamente e intrinsecamente viziata come quella adottata dalla Polizia Scientifica per questo caso. Ho quindi deciso di scrivere questi articoli, nel tentativo di mettere in luce una pericolosa negligenza scientifica. La mia speranza è che in questo modo le persone intravedano la verità e si possa fare giustizia in questo caso e ridare la libertà ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito”.

Mark C. Waterbury
28 agosto 2009
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